Arci Rieti

Arci Rieti, Accoglienti per Natura

Il sogno di Ebrima

Arci Rieti inaugura il settore di attività legate al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza nel 2013, quando diventa ente attuatore del progetto SPRAR (ad oggi SAI) per Minori Stranieri Non Accompagnati del Comune di Rieti.

Accogliere un minore straniero non accompagnato (sia esso richiedente asilo o meno) ci dà la grande opportunità di lavorare insieme alla costruzione di una società più accogliente ed inclusiva per tutti. Noi operatori del settore non dobbiamo mai dimenticare il senso politico della nostra professione, sia relativamente ai temi che affrontiamo, sia al modo in cui li affrontiamo. Abbiamo un compito fondamentale: quello di guardare sempre al di là dell’ostacolo e trasformare i limiti in opportunità.

 

Vivere in una zona periferica dell’appennino centrale, quale è Rieti, potrebbe scoraggiare i più. Una realtà che potrebbe sembrare chiusa, provinciale, isolata, autoreferenziale. Ma è proprio in un contesto come questo che si può fare la differenza. Attraverso la conoscenza diretta si può favorire il superamento di molti stereotipi. Coinvolgere la comunità nei processi è di fondamentale importanza per rendere tutti consapevoli delle sfide che la società ci sta ponendo e della strada da percorrere per affrontare insieme quello che verrà.

Vogliamo raccontarvi un esempio della nostra accoglienza: La serie A.

 

Ebrima arriva nel progetto di Arci Rieti a 16 anni, dopo qualche mese di permanenza emerge in lui un sogno chiaro: diventare un calciatore.

L’equipe attiva la rete territoriale ed inserisce Ebrima in una squadra di calcio locale, la Young Calcio, inizialmente con l’obiettivo di favorire il processo di socializzazione del ragazzo con i coetanei, attraverso lo sport. Ma Ebrima è molto bravo e volenteroso e anche l’allenatore della squadra locale ci dice che il ragazzo ha talento e un grande potenziale. 

Inizia così un percorso di avvicinamento alla squadra giovanile della AS Roma, costellato di numerosi impedimenti burocratici. L’equipe persevera e riesce addirittura a far applicare una norma FIFA, relativa al tesseramento dei cittadini extra europei, che sembrava essere stata dimenticata. 

Oggi Ebrima Darboe gioca in Serie A, proprio nella squadra della AS Roma. Diventare calciatori professionisti è un sogno comune a molti ragazzi, non solo stranieri. Sembra però opinione comune che un rifugiato non abbia il diritto di custodire in un cassetto un sogno così grande. Se riflettiamo su questo dato culturale, possiamo capire quanto sia stato fondamentale per Ebrima Darboe il periodo di accoglienza e quanto il lavoro dell’Arci sia stato determinante per la sua vita. 

 

Il 25 maggio a Tirana (Albania) l’AS Roma ed Ebrima disputeranno la finale di UEFA Europa Conference League. Per noi di Arci è una grande emozione sapere che un ragazzo come Ebrima sia riuscito a coronare il suo sogno nel cassetto: diventare un calciatore professionista.

L’Arci ha contribuito a realizzare il suo sogno, ma non è importante quanto siano grandi i sogni, l’importante è “accoglierli” e noi all’Arci proviamo sempre a farlo perché siamo Accoglienti per Natura.

 

PS: è scontato affermare che il 25 maggio faremo tifo per Ebrima, vero? 😉