Arci del Trentino

Arci del Trentino, Accoglienti per Natura

Contrasto alla solitudine, il Memowalk e molto altro

La cultura è la Cura, progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali realizzato da ARCI Aps e una rete di partenariato con sede in 15 regioni italiane e 2 province autonome.

L’associazione Dulcamara Aps – circolo Arci Café de La Paix e il comitato Arci del Trentino Aps hanno ideato, insieme ad altri partner, una serie variegata di attività di progetto che impegneranno i partecipanti da gennaio a giugno 2022. 

Abbiamo a cuore tematiche quali la relazione, l’accoglienza e il supporto reciproco. Ci piace affrontarle in modo creativo con progetti culturali e sociali che danno vita a laboratori come quelli di La Cultura è la Cura: maglia e uncinetto, fotografia, teatro, e atelier creativo. Questi laboratori, che si svolgono al Cafè de la Paix, utilizzano la creatività come strumento per favorire la conoscenza reciproca e la creazione di reti solidali.”

Questo progetto è in particolare rivolto a persone in situazione di fragilità, come le persone over 65 e giovani under 35 che hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo lavorativo, creando così un ambiente collaborativo che favorisce l’incontro intergenerazionale e dona l’opportunità di partecipare ad un percorso creativo ed espressivo totalmente gratuito.

In questo modo, attraverso la cultura, si vuole contrastare la solitudine e favorire la creazione di una comunità accogliente.”

Ogni anno l’Associazione Deina Trentino, con il supporto del Comitato Arci del Trentino, sceglie di vivere i luoghi della memoria della città di Trento attraverso il MEMOWALK, una passeggiata/camminata audio-guidata nei luoghi della memoria di Trento, teatro dei tragici episodi che interessarono la città durante la Seconda Guerra Mondiale, che permette di immergersi nei fatti storici narrati alternati da letture e testimonianze.

Una passeggiata che, attraverso la storia e la memoria, vuole tenere traccia di quello che è stato il nostro passato e delle storie dei luoghi che quotidianamente viviamo al fine di contribuire ad ampliare la sensibilità e la responsabilità della comunità verso il proprio territorio, verso la sua storia.

L’iniziativa è aperta alla cittadinanza a singoli cittadini e gruppi; la durata della passeggiata è di 60 minuti e la partecipazione è completamente gratuita. Le tappe del Memowalk sono: Piazza Dante, la Portela, Piazza Pasi e via Manci, torre Littoria, Piazza Venezia e Villa Triste.

Anche nell’edizione di quest’anno hanno partecipato molti cittadini di tutte le età, e i ragazzi e le ragazze trentini con i tutor del progetto Promemoria_Auschwitz.eu

Il progetto è finanziato dalla Provincia autonoma di Trento e dalla Provincia autonoma di Bolzano, realizzato da Arciragazzi di Bolzano, Arbeitsgemeinschaft der Jugenddienste e Arci del Trentino, e curato da Deina Trentino e Deina Alto Adige Südtirol. Il progetto prevede quattro incontri iniziali più due momenti di attività, il viaggio e un momento residenziale e una restituzione regionale a concludere il percorso educativo.

È un progetto di educazione alla cittadinanza che accompagna le giovani generazioni alla scoperta e comprensione della complessità del mondo che ci circonda a partire dal passato, affinchè possano acquisire uno spirito critico. Un percorso da fare insieme, confrontandosi e imparando gli uni dagli altri, condividendo i propri dubbi e le proprie emozioni attraverso una pluralità di linguaggi, strumenti e metodologie che permette a chi partecipa di apprendere la complessità delle tematiche affrontate e di mettersi in gioco. 

L’accoglienza è un’apertura: ciò che così viene raccolto o ricevuto viene fatto entrare, in una casa, in un gruppo, in sé stessi. Questa camminata e l’intero progetto ne sono un esempio, perché da questi si impara a fidarsi di più degli altri creando legami tra le persone.

Lo Sportello Digitale creato grazie alla collaborazione attiva del Comune di Trento, Area Servizi alla Persona, Attività Sociali, attraverso l’applicazione del modello di apprendimento intergenerazionale, che avvicina tra loro due generazioni lontane. I giovani si trasformano in “volontari della conoscenza” e insegnano l’uso delle nuove tecnologie ai nonni e alle nonne e con l’obiettivo di aiutarli a combattere l’isolamento, a rimanere informati, e a sperimentare nuove forme di socialità. Gli anziani trovano così modo di uscire di casa, vengono a fare delle chiacchiere, trovano compagnia, e si sentono accolti.

In questo modo, attraverso la cultura, si vuole contrastare la solitudine e favorire la creazione di una comunità accogliente.

La Portineria de La Paix, è un progetto sociale gestito da Aps Dulcamara all’interno del circolo Arci Café de La Paix, attivo da più di un anno: uno spazio dove divertirsi e creare legami; spazio di scambio umano, le persone entrano per chiedere aiuto, indicazioni, supporto, collaborazioni. 

Il progetto Portineria de la Paix vuole rispondere al complesso problema dell’insicurezza e del degrado, con pratiche culturali, artistiche, educative e di welfare per contrastare le disuguaglianze e favorire l’inclusione sociale. La Portineria lo fa principalmente attivando relazioni con i vicini, con le associazioni e istituzioni del territorio, con soci del Circolo. L’ascolto è una delle principali attività.

Sono stati mesi di presidio civico attivo, cura e decorazione dello spazio di Passaggio Teatro Osele, ascolto del vicinato, attenzione alle relazioni con le realtà vicine, mediazione con le istituzioni.

Ecco alcuni esempi delle attività:

Laboratori Bimb* in Cortile, una serie di pomeriggi di aiuto compiti e di avventure alla scoperta del quartiere rivolto a bimb* dai 6 ai 10 anni

Salotto in Città dove, solitamente i mercoledì mattina, si raccontano le notizie più rilevanti del Trentino, dell’Europa e del mondo.

Caffè delle Donne, un progetto che nasce dalla collaborazione tra La Portineria de La Paix, Café de La Paix – Aps Dulcamara circolo Arci, Gioco degli Specchi e Cif – Centro Italiano Femminile Trento, Casa della giovane e Amici senza tetto. Uno spazio accogliente, ma soprattutto informale riservato a donne di tutte le età e provenienza, per raccontarsi e imparare l’italiano il sabato mattina, creato appositamente per donne che hanno voglia di chiacchierare e confrontarsi rispetto ai temi che di volta in volta il gruppo si propone di affrontare.

Questi sono alcuni messaggi di testimonianze che sono arrivati:

“Ci siamo conosciute, abbiamo deciso insieme quali saranno gli argomenti su cui ci confronteremo nelle prossime settimane e nel frattempo i/le bimb* hanno giocato e fatto i compiti”

 

“Abbassando i filtri emotivi, infatti, è l’unica via per sostenere l’apprendimento di un’altra lingua, che in questo caso è una lingua vissuta; ritrovarsi al Caffè delle donne significa anche allentare i ritmi e prendersi un momento tutto per sé”

 

“Ciao, volevo ringraziare tantissimo per l’esperienza che ci state permettendo di fare con voi. In questo periodo un po’ particolare significa veramente molto per noi poter uscire di casa e relazionarci con realtà differenti. Il Caffè delle Donne è diventato quell’appuntamento fisso che migliora la settimana. Grazie “

 

“Malalai ha avuto una settimana molto impegnativa e ieri è arrivata di corsa al Caffè delle Donne dicendo che non poteva mancare perché “è troppo divertente”. Nel frattempo, Marcela intonava per noi un canto natalizio che le ricorda la sua infanzia, mentre ci offriva dei deliziosi biscotti ripieni di marmellata di ciliegie made in Moldavia. Ci siamo poi cimentate in un divertente Quiz sotto l’albero e il tempo è volato, come ogni sabato mattina nel nostro accogliente salotto della Portineria de la Paix”

L’Associazione Culturale “Un Paese nelle Nuvole” si occupa di formazione teatrale e di produzione, non solo a fini didattici, di spettacoli e performance privilegiando il lavoro di ricerca e di memoria locale attraverso l’indagine storica. Non vengono trascurati i classici del teatro e le urgenze artistiche dei singoli partecipanti. Un teatro che crei relazioni vere e forti, lasciando nell’intimo delle persone emozioni profonde, il cui obiettivo principale non è lo spettacolo o la performance, ma il percorso, il cammino verso.

 

Condividiamo tre testimonianze differenti di accoglienza che racchiudono una comune parola: libertà, quella che l’esperienza dell’accoglienza porta a vivere.

 

“Sono ungherese e da 12 anni faccio parte della compagnia Un Paese nelle Nuvole. Da quando frequento il gruppo il mio italiano è molto migliorato. La maestra di recitazione spesso mi invita a parlare o cantare in ungherese, e poter parlare la mia madrelingua a mille km di distanza da Budapest, rappresenta per me la vera accoglienza, la vera libertà.” (Margit)

 

“Colpito perché non me l’aspettavo proprio. Qui ho trovato tanta poesia. Mettersi in gioco a nudo, su tutto. Libertà e creatività che mi han dato un colpo al cuore. Mi sono sentito libero, accolto. Un mondo sensibile, condiviso con divertimento e impegno. Vale molto per me e sono contento che esista, è nelle nuvole, ma si può frequentare e seguire ed è vicino alle stelle.” (Massimiliano)

 

“Accogliere è oltrepassare un confine che non è limite, ma soglia oltre la quale non sono più sola, oltre la quale l’incontro con l’altro diviene un atto di contaminazione che trasforma continuamente ciò che sono, nel superamento delle differenze e diffidenze, per fare dell’accoglienza il vero viaggio verso la libertà.” (Tiziana)

SlowCinema è un’associazione culturale di giovani che usa il cinema come vero promotore di integrazione sociale e comunitaria nella Bassa Valsugana.

Tra le altre attività, organizza SlowCinema CineHub – Masterclass, che quest’anno è arrivata al quinto anno.

Durante la Masterclass sono state trattate le basi della sceneggiatura, per poi andare a descrivere nei particolari le forme e le metodologie per sviluppare uno script coerente; si è indagato il ruolo dello sceneggiatore e della sceneggiatura in sé nei vari ambiti dell’audiovisivo, passando da serie tv al cinema, dalla televisione alla pubblicità. Parte integrante è stata l’analisi dei dialoghi e la determinazione dei tempi di una sceneggiatura, che hanno portato poi ad un denso segmento di Q&A.

Juri Micheli, presidente: “Siamo partiti in pochi, ma tutte le persone che hanno partecipato sono state disponibili e la tanta voglia di mettersi in gioco ha favorito relazioni e narrazioni; si è creato un network di persone che sta avendo un buon riscontro.”

 

In questi mesi l’Associazione sta organizzando un podcast in collaborazione con Agorà: parlerà di attualità e di lettura attraverso la storia e i media, cinema compreso. 

 

Uno degli ultimi progetti è stato il docufilm “We can do STEM”, incentrato sul gender gap e sul ruolo svolto oggi dalle donne nella scienza. Il docufilm è il prodotto di un progetto ideato e realizzato da due studentesse della 4^A Liceo Scientifico di Borgo con la collaborazione degli insegnanti. Il cortometraggio è incentrato su 6 interviste a donne che ricoprono posizioni importanti in campo scientifico e si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare i giovani e l’intera comunità al ruolo delle donne nell’ambito della scienza.

“Abbiamo coinvolto nuove persone, e ci piace pensare di trasformare tutti i <<perché non fate>> in <<perché non facciamo?>>. Causa covid e post-pandemia abbiamo subito un calo, ma abbiamo comunque notato che interesse e coinvolgimento, la voglia di unirsi e stare insieme” 

 

La voglia di socialità si è vista anche nelle serie di conferenze sviluppate in collaborazione con l’Associazione Mondinsieme, circolo Arci, il ciclo “I venerdì del Nazionale”; progetto composto da sei incontri incentrati sul territorio della Valsugana, ma da un punto di vista più esteso e integrato in un ambito europeo e globale. Un condensato di storia e storie, attualità, arte, montagna, cultura e realtà.

Mondinsieme APS, si occupa principalmente di supportare le persone di origine straniera nel percorso di integrazione sociale e lavorativa nella comunità della Valsugana orientale (TN). Le iniziative culturali sono volte a favorire la conoscenza reciproca tra chi viene da culture diverse, il pensiero critico e l’informazione. La sede è nel Comune di Castel Ivano ma le attività si estendono anche ai comuni limitrofi, collaborando con altre associazioni ed enti. 

Con il Comitato Arci del Trentino, ed insieme all’Associazione Mosaico, abbiamo preso parte a SIPLA FAMI: Il progetto ‘Sipla Nord’ – promosso dal Consorzio Communitas e co-finanziato dal Ministero dell’Interno – che affronta il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori agricoli stranieri. La rete SIPLA vuole costruire un sistema nazionale integrato in grado di agire a più livelli: quello nazionale attraverso azioni di advocacy e di promozione di accordi e protocolli di intesa con le aziende e la grande distribuzione; quello locale attraverso la costruzione di interventi integrati a livello regionale e multiregionale.

Attraverso il progetto, è stato possibile attivare a Borgo Valsugana e a Castel Ivano un servizio di ascolto e supporto chiamato Sportello Integrazione, con l’obiettivo di aiutare le persone straniere presenti sul territorio che si trovano in condizioni di precarietà e vulnerabilità lavorativa e abitativa. 

Si può contattare al 3773476647 per qualsiasi esigenza di lavoro, documenti, istruzione, difficoltà sociali o abitative.

“L’obiettivo è favorire l’integrazione culturale, far sì che le persone possano conoscersi ed andare oltre i pregiudizi, o la diffidenza, che spesso si possono riscontrare nella nostra società. C’è una reale concretezza delle richieste, ricerca del lavoro e presentazione dei documenti in primis, ma anche iscrizioni scolastiche e corsi di scuola guida.” (Irene, operatrice dello Sportello Integrazione)

“L’accoglienza per chi la riceve non ha prezzo. Il fulcro di tutto è sempre la possibilità di avere uno sportello che aiuti a risolvere problemi linguistici e pratici, come riempire un modulo o compilare una domanda di assunzione”. (Bruno, presidente di Mondinsieme)

“Chi incontriamo spesso non sa che stiamo studiando, che capiamo la lingua. Non tutti sanno, insomma, che facciamo già parte del territorio. Abbiamo bisogno di questo aiuto per migliorare, crescere, andare avanti e avere un’alternativa. È importante avere qualcuno che ti aiuta a studiare, a imparare la lingua, a trovare un lavoro. È vero, puoi trovare un lavoro stagionale, ma poi? Se non hai un diploma o non hai un lavoro stabile, non hai niente di buono in mano. Quello che fanno loro è qualcosa di bello, che aiuta tanta gente”. (Mady, beneficiaria) 

 

L’iniziativa realizzata nell’ambito del progetto SIPLA con lo spettacolo teatrale “Tempo orfano” (di e con Chiara Benedetti) racconta la vera storia di Adam, un giovane che ha attraversato grandi distanze geografiche con un bagaglio di ironia, un sorriso sempre accennato e la ferma necessità di bellezza. La storia di un viaggio che percorre una rotta tra deserto e mare in una direzione intima, alla ricerca di sé.

 

In collaborazione con l’Associazione Slowcinema ci siamo occupati di un ciclo di incontri “I venerdì del Nazionale”: il filo conduttore è stato quello dell’incontro tra persone e culture, nella cornice della Valsugana, talvolta terra di partenza, altre volte terra di arrivo.